Storia

Il Nuraghe Losa di Abbasanta

Costruito interamente in roccia basaltica, il Nuraghe Losa è uno dei più maestosi monumenti nuragici, storicamente molto rilevante, soprattutto per il suo stato di conservazione. Il suo nome deriva dalla presenza di urne cinerarie nel terreno antistante il nuraghe: infatti il toponimo "Losa" è sicuramente collegato alla parola campidanese "losa", in catalano "llosa", il cui significato è "lastra" o "lapide", ricollegandosi così al contesto della necropoli a cremazione tipica dell'età romana alto-imperiale e risalente al I-II sec. d.C. Il suo nome esprime dunque una parte molto limitata dello spazio fisico e del contesto storico-culturale dell'intero complesso archeologico, in realtà risalente a un'epoca molto precedente.

Oggetto di numerosi scavi fin dall'Ottocento, la sua struttura è composta da un mastio, le cui origini risalgono al XV-XIII sec a.C., da un bastione, da un antemurale e da una cinta muraria munita di torri, che racchiude lo spazio insediativo dell'originario villaggio nuragico e i successivi ambienti di vita sovrappostisi in età tardo-punica, romana tardo repubblicana-imperiale e alto-medievale. Il sito, posto su un rilievo roccioso dell'altopiano di Abbasanta, fu abitato ancora nella prima età del Ferro (inizi IX-seconda metà dell'VII sec. a.C.) e nelle epoche successive. Ampiamente descritto nelle varie pubblicazioni a cura dell'archeologo Antonio Taramelli, che identifica il monumento quale struttura a carattere difensivo e civile, e non funerario, fu visitato per la prima volta nel 1880 e il 1890, rappresentando il primo nuraghe a essere oggetto di uno scavo scientifico.

A differenza di altri complessi nuragici, il nuraghe Losa non presenta il cortile, ovvero lo spazio interno scoperto che fungeva da raccordo tra le camere, aprendosi all'esterno attraverso due ingressi sopraelevati rispetto al piano di campagna: uno principale a sud-est, che immette nella camera della torre centrale attraverso un corridoio, che si raccorda anche con le camere delle due torri laterali, e un ingresso secondario, posto a nord, che immette nella camera della torre posteriore.

Gli oggetti rinvenutivi a seguito degli scavi compongono oggi parte della ricca collezione del Museo Nazionale di Cagliari e sono soprattutto costituiti da armi, bronzi votivi, utensili di ferro, monete d'oro e di bronzo, ceramiche nuragiche, puniche, romane e alto-medioevali e oggetti di ornamento.


Nella foto: nuraghe Losa di Abbasanta. Oristano, Sardegna

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