Storia

Ghilarza e Abbasanta tra storia e mito

Spostandosi di pochi chilometri dal centro dei vari comuni sparsi per la provincia di Oristano, come Ghilarza e Abbasanta, si possono notare i resti dei primi insediamenti umani, risalenti al tardo Neolitico e grazie ai quali ancora oggi possiamo osservare costruzioni architettoniche degne di essere vistate, prime fra tutte le domus de janas, meglio conosciute come "case delle fate", chiamate così a causa delle dimensioni minute dei corpi trovati all'interno di esse.

Nonostante la velocità con cui oggi si muove il mondo, e ci muoviamo noi, rimane comunque un piacere chiudere gli occhi all'ingresso di queste costruzioni, fermarsi un attimo ed immaginare che i suoi abitanti di un'epoca passata furono realmente dei nostri antenati, che oggi non esistono più se non in qualche particolare del viso o dei movimenti di chi abita ancora quella terra. Le domus de janas oltre ad essere usate come luoghi di culto, furono prima di tutto dei veri e propri monumenti funerari. Certo, a vederle dall'esterno appaiono come delle semplici grotte, ma superando la soglia ci si può invece stupire per la quantità di piccole tombe scavate nella roccia.

Esiste un altro monumento dell'epoca su cui vale la pena soffermarsi, cioè è la tomba dei giganti di Sos Ozzastros, che dal nome può sembrare l'esatto opposto delle sopracitate Domus de Janas. Di fatti anni fa, in base alle dimensioni di questi complessi a forma taurina sparsi per tutta la Sardegna, si pensava che all'interno fossero stati sepolti uomini alti fino a dieci metri. La verità è che anche Sos Ozzatros come le case delle fate e altri monumenti simili, si è scoperto essere un complesso funerario collettivo, o forse no, chissà?


Nella foto: una domus de janas di Villa Sant'Antonio (Oristano, Sardegna Centro-Ovest).

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